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Acireale

Sorta su un territorio lavico, la nascita di Acireale è indissolubilmente legata a una leggenda che narra di un pastorello di nome Aci e della sua storia d’amore con Galatea, la bella Ninfa delle acque ai piedi della città. Un amore difficile e tormentato perché contrastato dal ciclope Polifemo, che già la mitologia locale immagina contro Ulisse nel tentativo di scagliargli i massi poi divenuti i faraglioni di Acitrezza  (nel vicino comune di Acicastello). Estremamente geloso, Polifemo non esitò ad uccidere Aci, gettando nello sconforto Galatea. Ma gli dei, impietositi dal tragico epilogo di questo idilliaco amore, tramutarono il sangue di Aci in un fiume, che oggi effettivamente solca il costone roccioso della Timpa. Galatea, così, poté sciogliere le proprie lacrime nel fiume Aci, e ricongiungersi all’amato.

In realtà il nome Aci deriva dal greco Akus che significa penetrante e che si riferisce alla freddezza del fiume omonimo, che, successivamente, fu ricoperto dalle colate di lava. Acireale era, infatti, inizialmente situata sul promontorio di Capo Mulini, dove intratteneva fiorenti rapporti commerciali marittimi. Successivamente, sotto la dominazione romana, prese il nome di Akis e si spostò nella zona interna della Reitana (dove attualmente è sita la zona archeologica delle vecchie terme romane). Dopo un periodo di notevole importanza politica, nel III sec. a. C., in seguito alla caduta dell’impero romano, entrò in un’epoca di decadenza. Nel 1091, la città, che nel frattempo era stata chiamata Aquilia, perse la sua autonomia e cadde sotto la giurisdizione del vescovo di Catania. Nel 1326, dopo che fu distrutta dal terremoto del 1169, fu ricostruita nell’attuale altopiano e prese il nome di Aquilia Nuova. Nel 1642 un decreto di Filippo IV di Spagna diede alla città il nome di “Reale” (da cui derivò l’odierno nome Acireale), in quanto città demaniale. Venne ancora distrutta dal terremoto del 1693 per poi rifiorire, poco dopo, ancora più bella grazie alla costruzione di numerosi monumenti e centri culturali.

Di notevole interesse architettonico ricordiamo il romanico-gotico Duomo del XIV secolo che conserva la cappella di S. Venera con una statua argentea della santa, la Basilica dei SS. Pietro e Paolo del 1600 e la Chiesa di S. Sebastiano del XVII secolo con una facciata tipica barocca. Fra le strutture urbanistiche spiccano il Palazzo comunale del 1659 fornito di un ricco portale e i numerosi palazzi del centro storico fra cui si ricorda il Palazzo Modò, il Palazzo Pennisi e quello di Floristella. In centro trovasi anche, accanto alla bella chiesa di S. Domenico, la biblioteca-pinacoteca Zelantea (che è considerata fra le quaranta più importanti al mondo e che al suo interno custodisce anche un interessante museo archeologico di reperti locali di varie epoche). Singolari sono pure le Terme di S. Venera, maestoso stabilimento termale del 1873 con facciata di stile neoclassico e la facciata dell’antico teatro Eldorado.

A livello paesaggistico risulta interessante la riserva della Timpa, la frazione di S. Caterina e il caratteristico borgo marinaro di S. Maria La Scala.

Infine fra gli eventi da ricordare si segnalano la festa del santo patrono S. Sebastiano (20 Gennaio), il folcloristico “più bel carnevale di Sicilia” (solitamente a Febbraio) e l’immancabile Luglio Acese.

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